Sharon mentre Sangare colpiva: "Perché? Perché"
E lui: "Scusa per quello che sto per fare". L'avvocato: "Accertare il suo stato mentale e psichico è il minimo". Il legale della famiglia Verzeni: "Stupito si parli di incapacità di intendere e di volere"
Dopo essere stato fermato ieri per l'omicidio di Sharon Verzeni a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, Moussa Sangare, 31 anni, avrebbe fornito agli inquirenti una dettagliata confessione, rivelando inquietanti particolari sulla tragica notte del 4 agosto. Secondo quanto emerso dall'interrogatorio, Sangare avrebbe lasciato la sua abitazione occupata a Suisio con l'intento di colpire una persona a caso.
Armato di coltello, l'uomo si sarebbe aggirato per le strade di Terno d'Isola fino a incontrare Sharon. Prima di aggredirla mortalmente, l'uomo le avrebbe detto: "Scusa per quello che ti sto per fare". La vittima, colta di sorpresa mentre "guardava le stelle con le cuffiette", avrebbe risposto con un disperato "Perché? Perché?". Dopo l'aggressione, Sangare sarebbe fuggito in bicicletta, modificando successivamente il mezzo per evitare di essere identificato. Avrebbe anche tagliato i propri capelli nel tentativo di alterare il suo aspetto.
Attualmente detenuto nel carcere di Bergamo, Sangare è sottoposto a stretta sorveglianza e assistenza psicologica. Il suo legale, l'avvocato Giacomo Maj, ha sollevato la questione di un possibile problema psichiatrico, affermando che "è un aspetto da approfondire e valutare eccome". Tuttavia, l'avvocato Luigi Scuderi, che rappresenta la famiglia Verzeni, ha espresso perplessità riguardo a questa linea difensiva. "Mi ha molto stupito che si sia parlato di 'verosimile incapacità' subito dopo il fermo, prima ancora di un esame completo di tutti gli atti di indagine", ha dichiarato Scuderi. Il legale ha inoltre sottolineato che Sangare sarebbe uscito di casa con quattro coltelli e avrebbe minacciato altre due persone prima di uccidere Sharon, mettendo in dubbio la tesi del "raptus improvviso".
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