Delitto Verzeni, confessa "l'uomo in bicicletta"
Si tratta di un 31enne disoccupato italiano originario della Costa d'Avorio. Agli inquirenti: "Ho avuto un raptus, ho visto Sharon e l'ho uccisa tanto per farlo"
Sviluppo significativo nell'inchiesta sull'omicidio di Sharon Verzeni: le forze dell'ordine hanno posto in stato di fermo un uomo di 31 anni, cittadino italiano senza occupazione, Moussa Sangare, di origini ivoriane. Da quanto filtra dagli investigatori, non conosceva Sharon, e l’aggressione sarebbe “avvenuta senza un apparente motivo”.
"Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa", sono i primi dettagli filtrati dopo gli interrogatori. "Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa". Sarebbe Sangare l'uomo visto da un testimone "fuggire come un razzo" dal luogo del delitto in bicicletta contromano, sulla via dove è stato trovato il cadavere di Sharon. Nel comunicato dei carabinieri si legge: "Le ininterrotte investigazioni successive permettevano di raccogliere, a carico dell'uomo, ritenuto il presunto autore dell'omicidio, gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga, che hanno determinato la decisione del Pubblico Ministero di disporre nei suoi confronti un decreto di fermo di indiziato di delitto".
Il presunto colpevole è stato identificato grazie alle registrazioni delle telecamere comunali, che lo mostravano allontanarsi rapidamente dal luogo del delitto in sella a una bicicletta. Secondo quanto comunicato dalla Procura, le indagini incessanti hanno portato alla raccolta di elementi probatori significativi a carico del sospettato. Questi includono non solo indizi di colpevolezza, ma anche prove che suggeriscono il rischio di reiterazione del reato, possibile occultamento di prove e pericolo di fuga. Tali fattori hanno spinto il Pubblico Ministero a emettere un decreto di fermo.
Precedentemente, Sergio Ruocco, compagno della vittima, aveva commentato le ricerche in corso a Terno d'Isola, inclusa la ricerca dell'arma del delitto. "Forse avevano altre priorità da verificare prima. Non spetta a me giudicare", aveva dichiarato ai giornalisti. Ruocco, idraulico 37enne non coinvolto nelle indagini, aveva anche discusso l'ipotesi, poi superata, che l'assassino potesse essere uno spacciatore locale. "È corretto esplorare tutte le possibilità e controllare chiunque", aveva affermato, aggiungendo di non essere stato ricontattato dalle autorità e di non avere ulteriori informazioni da fornire.
Fino a poco prima del fermo, gli investigatori stavano seguendo diverse piste, tra cui quella dello spacciatore e dell'uomo in bicicletta, la cui fuga era stata descritta da un testimone come "velocissima". Le immagini di sorveglianza lo mostravano pedalare contromano in via Castegnate nei momenti cruciali del crimine.
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