Il cuore non basta a Sonego, passa Djokovic
Sabato al cardiopalma al Foro: l'azzurro prima batte Rublev in tre set, poi nella notte cede al numero 1 del mondo che va in finale contro Nadal (sconfitto Opelka). Tra le donne finale Pliskova-Swiatek
Una giornata da ricordare al Foro Italico. Complice la pioggia di ieri, che ha cambiato tutto il programma, costringendo gli organizzatori ai salti mortali per concludere il penultimo atto in tempo per domenica, a Roma gli spettatori sugli spalti hanno assistito a match di altissimo livello con tante emozioni, protagonista anche l'italiano che non ti aspetti: Lorenzo Sonego.
Ma andiamo con ordine.
Come accennato, la prima grande emozione la offre Lorenzo Sonego. Il torinese, dopo aver eliminato Thiem, numero 4 del mondo, si ripete con un'altra grande impresa eliminando in rimonta il russo Rublev, numero 7 del mondo, per 3-6, 6-4, 6-3 in due ore e 33 minuti di gioco. Una partita intensa, giocata a viso aperto, portata a casa da Sonego dopo un primo set perso nettamente. L'azzurro infatti ci mette un ad adattarsi a un avversario che non dà al 26enne italiano né il tempo né di pensare né mettere su una difesa efficace. Rublev al servizio è semplicemente ingiocabile, e chiude con un 6-3 che poteva essere anche più severo. Ma Sonego non è uno che si impressionare, né molla alla prima difficoltà. E così, palla su palla, trova la chiave per scardinare il muro russo. La svolta a inizio secondo parziale, quando Lorenzo strappa il servizio all'avversario (e la pazienza anche, con Rublev che spacca la racchetta). A questo punto Sonego capisce che è la sua chance, invita il pubblico a farsi sentire e Roma non nega. Col pubblico tutto dalla sua parte, Sonego mette sotto pressione Rublev, che comincia a commettere qualche errore anche nei suoi turni di battuta e al decimo game cede per il 6-4 che pareggia i conti dopo un'ora e 39 complessivi. Il terzo inizia con un equilibrio che si rompe nel quarto gioco del terzo set, quando il numero 33 del mondo cancella tre palle-break e nel quinto strappa la battuta a zero con due risposte pazzesche. Rublev mostra i suoi limiti a più riprese, Sonego non trema e chiude portando un italiano, dopo 14 anni, in semifinale agli Internazionali di Roma. All'epoca ci riuscì Filippo Volandri.
Per Sonego però non c'è tempo per festeggiare perché per il 26enne torinese ci sarà la semifinale, in serata, contro il numero uno del mondo Novak Djokovic. Il campione serbo, nel continuo del match interrotto venerdì per pioggia contro il 22enne greco Tsitsipas (che era avanti 6-4, 2-1 al momento dello stop), ha vinto sia il secondo che il terzo set per 7-5, chiudendo in tre ore e 16 minuti e arrivando alla 70/a semifinale in carriera in un Master 1000. Il ritorno del serbo è la migliore versione del Djoker sul rosso nel 2021 e va in scena contro il vincitore di Monte Carlo. Venerdì il match si era subito messo in salita per Djokovic, che aveva perso il servizio in apertura del primo set e in apertura anche del secondo, ma la pioggia lo ha salvato, rimandando tutto alla giornata odierna. In avvio del secondo tempo di questo quarto di finale, Tsitsipas conserva il vantaggio fino a un pazzesco ottavo game. E’ una battaglia incredibile con il greco che rimonta da 0-40, ma alla quinta palla-break deve cedere il servizio a un rinvigorito Djokovic. Nel game successivo, però, il serbo deve difendere tre palle del contro-break, ma si salva e tiene la battuta. Sembra tutto indirizzato verso il tie-break, ma nel dodicesimo gioco Djokovic ingrana e alla quarta occasione strappa il servizio al greco e vince il set per 7-5. A questo è una battaglia, col Foro a fare da arena. Nel terzo set Tsitsipas è il primo a ottenere il break nel terzo gioco e scappare sul 3-1. Nel quinto gioco Djokovic è a un passo dal baratro, ma salva ben quattro palle-break e nel game successivo riesce a ottenere il contro-break (3-3). Nel nono game Tsitsipas è fantastico in risposta e toglie ancora la battuta al serbo e può servire per il match. Djokovic, però, è un lottatore come pochi, rifiuta di perdere e riesce a pareggiare i conti. Poi fa il fenomeno: non sbaglia più una palla, vince i successivi tre game con due break consecutivi e conquista il set per 7-5. Si tratta della prima semifinale dell'anno in un Masters 1000 per Djokovic, che va a caccia della sua undicesima finale della carriera a Roma (cinque i titoli). Ora Sonego, che lo ha battuto di recente a Vienna. Per Tsitsipas arriva invece un’altra delusione cocente dopo quella della finale di Barcellona, persa dopo 3 ore e mezzo e un match point a favore contro Rafa Nadal.
Proprio Nadal è il primo finalista di Roma. Non ci sono sorprese nella 500esima partita di Rafa sulla terra battuta. Il re del rosso conquista infatti la vittoria numero 458 (solo 42 le sconfitte, 61 i titoli e 70 le finali) contro il gigante americano Reilly Opelka, l'outsider qui, che conclude così un cammino in cui non aveva mai subito un break e con zero set lasciati per strada a suon di ace. Ma Nadal sa come rendersi pericoloso anche in risposta, salva quattro palle-break nel quarto gioco del primo set e strappa la battuta all'avversario nel quinto: 6-4 in 50 minuti. Opelka ora fatica, sa bene che per battere Nadal qui, a casa sua praticamente, gli ace non bastano, e quando perde la prima di servizio nel terzo game del secondo parziale la partita è segnata. Lo spagnolo, con un doppio 6-4, completa quello che è stato poco più di un allenamento e centra la 12esima finale (52esima nei Masters 1000) a Roma, a 16 anni di distanza dalla prima, su altrettante semifinali giocate.
Nel torneo femminile, nel recupero del programma di ieri, in mattinata scendono in campo per i quarti Iga Swiatek ed Elina Svitolina. La tennista polacca, testa di serie numero 15, ha superato nell'ultimo quarto l'ucraina, quinta forza del seeding, con il punteggio di 6-2 7-5. Una partita dalle due facce, con la polacca che ha comandato, poi ha rischiato di perdere il controllo del match, quindi è riuscita ad evitare un terzo set che poteva mettersi malissimo. Ma Swiatek riesce comunque a qualificarsi per le semifinali degli Internazionali d’Italia in quella che è la sua prima presenza tra le prime quattro di un WTA 1000. Svitolina dunque saluta il Foro, lei che è stata regina nel 2017 e nel 2018, dopo un’ora e trentotto minuti di gioco.
Nel frattempo, per il terzo anno di fila al Foro Italico, Karolina Pliskova vola in finale: eliminata in tre set Petra Martic 6-1 3-6 6-2. L’ultima a fare un filotto simile era stata Amelie Mauresmo nel triennio 2003-2005 (sconfitta nel 2003 e vincitrice nelle successive edizioni). Una partita davvero ad alta tensione, con Pliskova però più concreta nei momenti topici che le ha permesso di dominare il primo e il terzo set, "bucando" solo la parte finale del secondo in un passaggio a vuoto che sono un po' la specialità della casa. Martic, sorpresa del torneo insieme a Gauff, è stata troppo fallosa e discontinua per poter arginare la potenza dell’avversaria (ben 34 non forzati a fronte di 20 vincenti, mentre Karolina ha segnato un positivo 37-31), che ha chiuso in volata infilando una serie di quattro giochi consecutivi assicurandosi così la vittoria dopo quasi due ore di partita.
Domenica Pliskova giocherà la trentesima finale della sua carriera (16-13 il bilancio) contro Iga Swiatek, che non ha mai incontrato in confronti ufficiali. La polacca, dopo la vittoria in mattinata su Svitolina, è scesa di nuovo in campo sabato contro Cori Gauff, battendola 7-6 (3) 6-3. La 17enne statunitense, approfittando anche del fatto che la sua avversaria fosse costretta alla seconda partita di giornata dopo quella vinta contro Svitolina, è stata costantemente in vantaggio anche nei turni di battuta della polacca, senza concretizzare quasi mai però. Gauff ha messo in campo tutta la sua arrembante aggressività e un ottimo atletismo, ma la pazienza di Swiatek e la sua intelligenza tattica hanno fatto la differenza. Dopo aver vinto un primo set dove era sistematicamente in svantaggio nei propri turni di battuta (0-15 sullo 0-1, 0-30 sul 2-1, 0-30 sul 3-2 salvando 2 palle break, 15-30 sul 4-5 e 15-30 sul 5-6), portato a casa il tie-break, Gauff ha visto le sue occasioni diminuire. Il secondo set è girato sul 2-1 per la polacca, che ha sfruttato il primo calo al servizio della statunitense, e dopo aver salvato una chance di 2-2, scappa sul 4-1. Gauff tiene, risale di nuovo fino al 5-3, ma la polacca non trema e porta a casa il match.
La giornata al cardiopalma al Foro è chiusa dalla semifinale tra Djokovic e Sonego, col serbo che accede che alla sua 11ª finale degli Internazionali d'Italia: Lorenzo infatti è stato battuto 6-3 6-7 6-2 dal n° 1 del mondo dopo tre ore massacranti. Match spettacolare, che infiamma il Centrale e accompagna e sostiene Lorenzo come già fatto nelle battaglie con Thiem e Rublev. Reduci entrambi dalle fatiche della mattina (3 set di Sonego contro Rublev, quasi due per Nole nel recupero contro Tsitsipas), i due non si risparmiano sin dall'avvio. Il primo set è segnato però quando l'azzurro perde il servizio nel quarto game e, di conseguenza, il parziale (6-3). Sembra ora un match di routine per il serbo, ma Sonego dimostra ancora un volta che non bisogna sottovalutarlo. E così, nel secondo parziale è l'immenso cuore di Lorenzo a fare la differenza quando, sul 5-4 (dopo aver salvato in tutto 6 palle break), il torinese alza all'improvviso il ritmo e si guadagna due set point che però spreca. Sul 5-5 ecco il break per Nole, che sul suo servizio guadagna due match point. Un colpo che avrebbe annichilito chiunque, ma non Lorenzo: annulla i due match point, strappa il controbreak e porta l'avversario al tiebreak, nel delirio del pubblico. Nel game decisivo il torinese va sotto 2-4, si rialza, ribalta l'inerzia e chiude 7-5 letteralmente in trance agonistica. A questo punto il n° 33, trasportato dai cori del Foro Italico, inizia davvero a crederci e all'inizio del terzo manda il serbo sotto 0-40 sul suo servizio. Il piemontese non però riesce a concretizzare le tre, pesantissime, palle break guadagnate, e da qui la partita cambia volto: Nole non sbaglia più, Lorenzo cala fisicamente, e il serbo chiude 6-2. Il torinese lascia Roma tra gli applausi (Djokovic compreso). «Ho vissuto emozioni fantastiche, ho ritrovato il pubblico caldo di Roma che mi mancava tanto - ha detto a fine match ai microfoni Sky -. E' stata una bella esperienza, ho fatto partite incredibili contro giocatori molto forti: anche contro Djokovic ho lottato fino alla fine ma lui è stato più bravo di me». Da lunedì sarà numero 28 del mondo, una cosa che non lo scompone: «Rimarrò sempre me stesso, i valori che la mia famiglia mi ha insegnato sono quelli e quelli rimarranno per sempre. Fare partite di questo livello ti danno esperienza e quel qualcosa in più che mi serve a migliorare, a capire cosa sbaglio e allenarlo».
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