No ad aumento tasse per gioco
Il settore sarebbe usato in manovra per far quadrare i conti. Così Geronimo Cardia, presidente di ACADI Associazione Concessionari di Giochi Pubblici
"Le notizie sulle coperture della prossima manovra finanziaria non sono confortanti per il settore del gioco pubblico che, anche questa volta, verrebbe utilizzato per far quadrare i conti". È quanto ha affermato Geronimo Cardia, presidente di ACADI Associazione Concessionari di Giochi Pubblici.
Secondo Cardia, se le notizie sulle coperture della prossima manovra finanziaria fossero confermate, "ancora una volta verrebbe messa a rischio la stabilità del sistema che non puo’ più sostenere i continui aumenti di tassazione cui e’ stato sottoposto negli anni. Ed infatti il Def 2019 non sarebbe certo la prima manovra fatta tassando il gioco pubblico. Basti ricordare i tre provvedimenti dell’ultimo anno che hanno imposto un aumento di tassazione del comparto, quali il decreto dignità, la scorsa legge di stabilità, i provvedimenti sul reddito di cittadinanza e quota 100, con circa 1,5 miliardi di euro di aumento imposto solo da quest’ultimo, che rappresenta circa il 27% dei ricavi della filiera distributiva sulla rete fisica degli apparecchi. Il livello di pressione fiscale attuale sul margine lordo ha raggiunto per le AWP il 68,9% e per le VLT il 51.9% e, in ragione della legislazione vigente, è destinato ad arrivare rispettivamente al 70,5% ed al 55% nella fase finale del periodo di affidamento della gestione telematica degli apparecchi da intrattenimento".
"Voglio ricordare che, in un rapporto pubblicato a maggio dello scorso anno - continua Cardia -, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, scrive che gli aumenti delle aliquote del comparto stanno compromettendo seriamente la stabilità della filiera, causando di conseguenza una possibile riduzione delle entrate erariali, considerando anche che la corrente sostenibilità del comparto deriva da investimenti passati, intrapresi sulla base di condizioni fiscali ben diverse. Il tutto senza considerare il dilagare delle norme di fatto proibizionistiche imposte sui territori regionali. Auspico pertanto, da un lato, che si possa scongiurare un’ulteriore tassazione del comparto e, dall’altro, che invece il Governo possa mettere in atto il tanto annunciato ed atteso riordino. E ciò non solo per la stabilità del sistema concessorio in se’ ma anche e soprattutto per gli interessi che esso per lo Stato tutela, rappresentando il pilastro per l’attuazione del contrasto concreto al disturbo da gioco d’azzardo e all’illegalità. Così, peraltro, si assicurerebbe stabilità alle imprese tutte ed ai lavoratori del settore".
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