L’Odissea secondo Khora Teatro
Fino al 13 dicembre in scena tutti i fine settimana allo Spazio Diamante l’interessante versione di Khora Teatro del mito senza tempo di Ulisse e del suo viaggio verso casa.
Partire dal classico per parlare del contemporaneo. Raccontare il viaggio di Ulisse come metafora dei nostri tempi, degli infiniti mondi e infiniti incontri che attraversano il percorso di ognuno di noi. “Odissea da Omero a Derek Walcott”, prodotto da Khora Teatro con la regia di Vincenzo Manna e Daniele Muratore e la supervisione artistica di Andrea Baracco e in scena tutti i week end fino al 13 dicembre allo Spazio Diamante di via Prenestina, propone allo spettatore una rilettura moderna del mito di Odisseo traendo spunto dalla vasta tradizione di opere ispirate al ciclo omerico e, in particolare, dal modello inaugurato dalla versione teatrale del premio nobel Derek Walcott.
Lo spettacolo si sofferma su alcune tappe del viaggio di Ulisse offrendo una propria lettura di questo labirinto d’incontri letterari e avventure della conoscenza che incarna a pieno titolo lo spirito del nostro tempo.
Fin dall’apertura dello spettacolo si avverte la sensazione di non trovarsi di fronte all’ennesima tradizionale versione del mito omerico. L’energia di una moderna Atena, interpretata dalla convincente Francesca Agostini, che rivolgendosi direttamente allo spettatore lo mette al corrente delle vicende del nostro eroe, conferisce fin da subito allo spettacolo una vitalità e una modernità che catturano e preparano alla visione di una performance originale.
Le avventure di Odisseo, che si susseguono sullo spoglio palcoscenico, seppur nella sostanza sono aderenti al mito, se ne discostano nella caratterizzazione degli innumerevoli personaggi rappresentati che sono i veri protagonisti del racconto: strambi, eccentrici, emarginati, incompresi, reali, contemporanei. Personaggi di ieri e di oggi, moderni eppure senza tempo nella loro universalità.
Ed è così che la maga Circe, interpretata dalla bravissima Elisa Di Eusanio, si trasforma in un’esperta e spregiudicata maitresse di un moderno bordello, specchio delle perversioni di Ulisse e dei suoi uomini trasformati in maiali. Il terribile mostro Polifemo, interpretato sempre dalla Di Eusanio, diventa un cieco mendicante che suscita orrore ma allo stesso tempo compassione, un emarginato il cui occhio/faro è l’unica finestra su un mondo che lo ha reso spietato. Le Sirene, Nausicaa, Elena, Telemaco, lo stesso Odisseo, mettono in scena l’assurdità e le debolezze dell’essere umano di ogni epoca in una rappresentazione continuamente in bilico tra presente e passato.
La scelta di una scenografia scarna ed essenziale, in uno luogo insolito come lo Spazio Diamante, è al servizio di un racconto i cui passaggi drammaturgici avvengono in maniera fluida. L’impalcatura sullo sfondo e la panca al centro del palco sono gli unici elementi con i quali gli attori costruiscono i loro innumerevoli mondi, trascinando lo spettatore in un caleidoscopio di accadimenti a metà tra realtà e fantasia. Una nave, una reggia, un bordello, un prato, sono tutti spazi evocati e mai descritti in maniera convenzionale. Sono tutti luoghi della mente che travalicano i confini tra sogno e realtà. |