Scuola, Renzi attacca lo sciopero: fa ridere
Sabato l'annuncio di Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal dal palco della manifestazione della Rsu nella Capitale: mobilitazione il 5 maggio
«Mi fa ridere, se non fosse una cosa triste, il fatto che si proponga di scioperare contro un governo che sta assumendo 100mila insegnanti. Il più grande investimento fatto da un governo nella scuola italiana». Così il premier Matteo Renzi, lunedì mattina, risponde allo sciopero indetto dai sindacati per il 5 maggio. «La scuola - ha continuato il presidente del Consiglio - è delle famiglie e degli studenti non dei sindacati della scuola. Se fanno sciopero perché gli portiamo via il diritto di decidere cosa succede nella scuola, fanno bene».
Sabato i lavoratori della Scuola avevano quindi annunciato lo sciopero per il prossimo 5 maggio. A dirlo i sindacati del settore dal palco della manifestazione della Rsu che si è svolta nella mattinata a Roma. Lo sciopero è indetto da Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal, contro il ddl «Buona scuola». «Manifesto rispetto per chi sciopera. Stiamo cercando di costruire consenso su “la buona scuola”, riforma culturale rivoluzionaria», era stata invece la risposta su Twitter del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Pronta anche la replica di Susanna Camusso, leader Cgil: «Questa è la prima mobilitazione dopo il ddl varato dal governo e credo che unitariamente bisogna decidere di proseguire anche con lo sciopero generale».
Secondo l’Unicobas, poi, il 5 maggio potrebbe essere già troppo tardi. Unicobas Scuola, comunque, conferma lo sciopero del 24 aprile indetto insieme ad Anief e Usb. La discussione del ddl di riforma della scuola, ricorda la Federazione sindacale, comincerà infatti il 23 aprile, giorno di approvazione del Def. Pertanto «la mobilitazione a ritirare o emendare il testo deve partire prima» e potrà «continuare il mese successivo, con una staffetta di scioperi, in maniera unitaria, se verrà approvata una piattaforma comune tesa a respingere in blocco il provvedimento». In piazza il 5 maggio, infine, ci sarà anche l’Unione degli Studenti, assieme a Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. «La scelta dello sciopero - dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds - è inevitabile e giusta. Il 5 maggio si mobiliterà tutto il Paese e non soltanto il mondo della scuola. Il modello di scuola autoritario, succube dei privati, che legittima le disuguaglianze invece che abbatterle, rispecchia l’idea di Paese propria del Governo. Renzi ci troverà tutti uniti e costruiremo un grande coordinamento sulla scuola che tenga uniti soggetti sindacali, sociali, politici e liberi cittadini». |