Scontro Renzi-Marchionne, a pagare è Firenze
Il primo cittadino: ha preso in giro operai e politici. L’ad: si crede Obama ma è il sindaco di una città piccola e povera. Per Renzi scontro aperto anche con D'Alema
Matteo Renzi resta saldamente al centro del- la scena politica nazionale. Di giornata, infat- ti, lo scontro tra il sindaco di Firenze e Mas- simo D’Alema, ex premier e tra i "veterani” del Pd, ma soprattutto tra Renzi e Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, e a pagarne li prezzo è Firenze, pesan- temente offesa.
Inizia Renzi ospite del video forum di Repubblica: «Non ho cambiato idea io, è Marchionne che non solo ha cambiato idea, ma ha tradito. Perché qualsiasi risultato abbia ottenuto, negli Usa o altro, e otterrà in futuro, avrà quella macchia di aver preso in giro quei lavoratori e quei politici che si sono fidati di lui, dicendo una cosa che non avrebbe fatto. Non ho mai immaginato Marchionne come modello di sviluppo per l’economia - ha precisato Renzi - andava ai congressi Ds quando c’erano D’Alema e Bersani, Bertinotti ne parlava come il borghese buono. Tanti lo hanno incontrato e definito modello di sviluppo. Io ho solo detto in un'intervista a Enrico Mentana che se fossi stato un elettore della Fiat, cioè un cittadino che andava a votare al referendum, che aveva alcuni profili di ricatto politico che Marchionne poneva, dicendo se vinco metto 20 miliardi in Fabbrica Italia se perdo vado via, avrei votato per il sì, aggiungendo un “senza se e senza ma”».
Immediata arriva la replica di Marchionne. «Renzi pensa di essere come Obama, ma ha ancora molta strada da fare, una brutta copia che per di più è solo il sindaco di una città piccola e povera». Frasi che, pur se confermate dallo stesso Marchionne, non erano destinate alla stampa ma ad un incontro con degli studenti: l’ad Fiat, infatti, le ha pronunciate a Bruxelles durante un incontro a porte chiuse con alcuni alunni organizzato dall’associazione dei costruttori d’auto europei. Di qui la forte irritazione di Marchionne, che ha pubblicamente strigliato il suo staff e anche il giornalista infiltratosi tra gli studenti.
Naturalmente Renzi non ha potuto che difendere la sua città. «Vorrei dire all’ingegner Marchionne che è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace, ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d’Arno. Avendo io creduto al progetto Fabbrica Italia mi sono detto deluso della retromarcia dell’ad Fiat. Aveva garantito che avrebbe investito, non lo ha fatto. Marchionne ha replicato che io sono “una brutta copia di Obama” e che Firenze “è una città piccola e povera”. Attacchi pure me, ma che senso ha offendere una città che si chiama Firenze e i suoi abitanti?».
Ma sono le primarie Pd il vero terreno di scontro. In vista delle primarie per scegliere il candidato alle elezioni 2013, infatti, la “vecchia guardia” continua a non gradire le uscite del sindaco di Firenze, unico vero ostacolo del segretario Bersani alla candidatura per Palazzo Chigi. E sono scintille. L’ultima polemica intorno a Renzi la innesca Massimo D’Alema. Il presidente del Copasir, in un pezzo su La Stampa a firma di Federico Geremicca, avrebbe detto: «Renzi ha sbagliato e continua a sbagliare. Si farà del male. Sono stato a Matera per una iniziativa su Berlinguer: c’era il doppio della gente rispetto a quanta era accorsa ad ascoltare Renzi. Però i giornali non lo scrivono, perché rottamare il Pd conviene a molti». Quindi la stilettata. «La settimana scorsa Renzi è andato a Sulmona, in jet privato da Ciampino, poi una Mercedes. In camper c'è salito alle porte di Sulmona, ma quando è arrivato in piazza, tutti ad applaudire il giovane ribelle che “altro che auto blu, lui viaggia in camper”».
Ma arriva la smentita: «Le parole che Federico Geremicca attribuisce a Massimo D’Alema in colloqui con amici, colleghi o collaboratori, non sono state mai pronunciate. Risponde, invece, al vero, la notizia che D’Alema è amareggiato per gli attacchi personali che gli sono rivolti e determinato ad impegnarsi nella campagna delle primarie». Lo scrive il portavoce dell’ex premier, Daniela Reggiani.
Intanto il sindaco di Firenze, nel videoforum di Repubblica Tv, va comunque al contrattacco: «Il presidente del Copasir dice a un avversario politico, che peraltro fa parte del suo partito, che si farà del male? Spero che D’Alema smentisca queste frasi, spero che non le abbia dette, c'è un che di allusorio che non capisco». Nelle frasi di D'Alema «c’è un che di intimidatorio», ha affermato Renzi, secondo cui questo «non è bello». Il sindaco di Firenze ha detto di essere «veramente colpito», ma «quello che mi colpisce di più» - ha aggiunto - è che D’Alema «non vuole mollare: se perdo, do una mano a Bersani, ma se vinciamo noi li mandiamo a casa». Il sindaco di Firenze ha quindi ribadito la necessità di un rinnovamento: «Credo che le primarie le vinceremo, se riusciremo a imporre le nostre idee e a proporre un rinnovamento vero. E noi diciamo a Bersani: smarcati da chi ti sta tenendo per la giacchetta se ce la fai, e segna te, o lo facciamo noi. La mia impressione è che ci siano ancora troppe resistenze in un gruppo dirigente che ha fallito». E poi sul volo per Sulmona: «Ho preso quel volo, pagando di tasca mia, per andare al funerale di Piero Luigi Vigna che è un pezzo di storia di Firenze, e non avevo altra possibilità che fare 40 minuti di volo». |